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I GRUPPI E LE INIZIATIVE

IN SANT’AGOSTINO


Consiglio Pastorale - Consiglio per gli Affari Economici - Incontri di lectio divina o di lettura del Vangelo - Gruppo Liturgico - Ministri Straordinari dell’Eucaristia - Coro «delle Dieci» - Coro «delle Undici e trenta» - Gruppo Chierichetti - Comunità Neocatecumenali - Gruppi Dopocresima - Catechesi di Iniziazione - I volontari dell’Hospes - Gruppo Formazione Eucaristica - Movimento Eucaristico - Corso di cresima per giovani e adulti - Corsi per fidanzati in preparazione al Matrimonio -Comis gruppo missionario - Caritas - San Vincenzo de’ Paoli - Preparazione dei Battesimi - Giovani Famiglie - Gruppo delle Mamme - Settimane Parrocchiali - Terza Età - Centri di Ascolto in Famiglia - 

 

Consiglio Pastorale

 

             Che cos’è il consiglio pastorale parrocchiale? Il Consiglio pastorale parrocchiale è una realtà viva e dinamica della Chiesa post-conciliare, un organismo che trova la sua collocazione non fuori né sopra la Comunità, ma all'interno di essa, della quale vuole esprimere la fede, la sua intima natura comunitaria e tutto lo slancio missionario.


            Non è dunque una struttura "organizzativo-funzionale", una Commissione sopra le altre o una centrale di studi e programmazioni da calare alla base, ma piuttosto il segno espressivo della comunità ecclesiale, un organismo di comunione e di impegno pastorale.


            Esso rappresenta, infatti, l'intera Comunità parrocchiale "nell'unità della fede e della ricchezza e varietà dei suoi carismi e ministeri".

Il CP è l’organo di comunione che rappresenta l’immagine della fraternità autentica dell’intera comunità parrocchiale nell’unità della fede e nella varietà dei suoi gruppi con i vari carismi e ministeri.

Il CP è l’organo di partecipazione responsabile dei fedeli alla vita e alla missione della parrocchia che realizza la fondamentale corresponsabilità di tutti i fedeli alla missione della Chiesa.

Il CP è lo strumento per compiere e valutare decisioni pastorali comuni, sotto la presidenza del parroco.

 

            Il Consiglio pastorale parrocchiale è formato da membri eletti da tutta la parrocchia e da membri nominati dal parroco, scelti in base alla competenza specifica, alla fedeltà a Cristo, alla maturazione personale e alla effettiva disponibilità disinteressata verso gli altri.

 

            Il consiglio pastorale è chiamato ad avere la possibilità, il coraggio e la fantasia di proporre strade nuove percorribili. La chiesa, come tutte le cose, ha bisogno di rinnovarsi continuamente alla luce dello Spirito. Questo rinnovamento non è affatto segno di debolezza o rinnegamento delle proprie radici, ma amore per la realtà storica attuale che esige risposte mirate, e non preconfezionate.

 

Il Consiglio Pastorale Parrocchiale non sostituisce gli altri organismi associativi esistenti in Parrocchia ma, nel rispetto delle loro legittime finalità e autonomie e nell'autentico spirito di comunione ecclesiale, ha il compito di coordinare e stimolare l'attività di tutti quegli organismi al fine di realizzare una pastorale organica nell'ambito della Parrocchia.

 

Consiglio per gli Affari Economici

 

 Il Consiglio per gli affari economici è una innovazione del nuovo Codice di diritto canonico (can 537) che, attuando il Concilio Vaticano II, vuole i laici, in virtù del loro battesimo, corresponsabili della parrocchia insieme con il parroco: una corresponsabilità di diversa natura, che interessa però sia l’attività pastorale – con il Consiglio pastorale parrocchiale -, sia l’amministrazione dei beni economici – con il Consiglio parrocchiale per gli affari economici - . L’uno e l’altro Consiglio sono dati in aiuto al parroco che è e rimane, in virtù del sacramento dell’Ordine, il primo responsabile della parrocchia.

 

Quindi, è compito del Consiglio per gli affari economici ‘consigliare’ il parroco nell’amministrazione ordinaria e straordinaria dei beni economici appartenenti alla parrocchia.

 

Il parroco deve chiedere il parere a detto Consiglio per tutti gli atti sia di ordinaria che di straordinaria amministrazione. Tuttavia, egli ha libera disponibilità di spesa per opere di carità, piccoli acquisti, spese personali.

 

Il Consiglio per gli affari economici predispone ogni anno, a tempo debito, il bilancio preventivo e consuntivo delle entrate e delle uscite, da sottoporre prima alla conoscenza del Consiglio pastorale e poi dell’Ufficio economico diocesano. Sia le offerte ricevute dai fedeli, sia il bilancio economico consuntivo annuale sono portati a conoscenza della comunità parrocchiale nelle forme che detto Consiglio ritiene le più opportune.

 

Il compito precipuo di questo organismo pastorale è quello di educare la parrocchia alla sobrietà e alla solidarietà.

 

I membri di detto Consiglio sono nominati dal parroco, sentito il parere del Consiglio pastorale Parrocchiale.

 

Incontri di Lectio Divina

o di Lettura del Vangelo

 

          Si tratta di incontri settimanali, il martedì sera, alle ore 21.15. L'incontro è costituito da: preghiera iniziale lettura dei testi sacri, spiegazione, riflessione personale. A ciascuno viene distribuito il foglietto relativo alla domenica successiva: da questo leggiamo la colletta, come preghiera iniziale comunitaria. Successivamente, a turno, vengono proclamate la prima a lettura, il salmo responsoriale, la seconda lettura, il brano del Vangelo.

 

A questo punto il sacerdote, che guida l'incontro, fornisce alcune brevi indicazioni sui testi letti, soprattutto sul Vangelo, per facilitarne una comprensione immediata e corretta, dopodiché viene lasciato ampio spazio alle risonanze individuali ed a chi vuole condividere e far partecipi gli altri delle proprie riflessioni.

 

Chi vuole, può sottolineare frasi, singole parole del testo, comunicare le proprie sensazioni, chiedere chiarimenti, riflettere sul senso attuale del messaggio, condividere le perplessità, i dubbi, le difficoltà, che emergono da tali riflessioni.

 

Chiunque può partecipare: non è richiesta nessuna preparazione o conoscenza biblica o tantomeno teologica; inoltre ogni incontro é concluso in se stesso, per cui non si richiede ai partecipanti nessun obbligo di continuità: questa, semmai, potrà scaturire dal desiderio di ripetere un esperienza, se si rivela costruttiva sul piano spirituale ed umano.

 

Gruppo Liturgico

 

             Il suo compito è delicato ed importante se teniamo conto delle direttive date dalla CEI nel documento programmatico recentemente uscito, “Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia”. Vi è scritto, quando si parla della celebrazione dell’Eucarestia domenicale ” C’è  bisogno di una liturgia insieme seria, semplice e bella, che sia veicolo del mistero, rimanendo al tempo stesso intelligibile, capace di narrare la perenne alleanza di Dio con gli uomini. In ogni parrocchia vi sia una preparazione accurata, che coinvolga varie ministerialità, nel rispetto di ciascuna, a cominciare da quella del sacerdote presidente, senza mortificare quelle dei laici...”

 

            In pratica il gruppo, liturgico si occupa:

1. Della propria formazione a livello spirituale, biblico, liturgico.

2. Dell’animazione dell’Eucaristia. Ad ogni messa dovrebbero essere presenti i lettori, il commentatore,chierichetti e accoliti, qualche cantore e suonatore, persone che si facciano carico dell’accoglienza, della presentazione dei doni. Quando l’assemblea è numerosa, dovrebbe esserci un ministro straordinario per aiutare il celebrante nella distribuzione dell’Eucaristia.

3. Preparazione di sussidi per le celebrazioni penitenziali comunitarie, la veglia di Natale ed altri incontri di preghiera – Preparazione dei commenti delle messe festive e del calendario settimanale  per la preghiera dei defunti durante le messe feriali.

4. Formazione dei lettori sia spirituale (conoscenza della sacra Scrittura) sia tecnica (la Parola di Dio non si legge come un libro qualsiasi ma si proclama!!)

 

            Al gruppo  è necessario pertanto facciano riferimento i lettori, i coristi e i suonatori, i chierichetti, i catechisti, la Caritas per l’animazione dei tempi forti dell’anno liturgico.


            Un gruppo più numeroso è molto vivace sarebbe il migliore strumento per rendere più partecipate e vissute le celebrazioni in parrocchia. Aiutare le persone a vivere l’Eucaristia domenicale è la miglior opera d’evangelizzazione che noi laici possiamo – e dobbiamo – compiere.

Volete condividere la nostra appassionante missione? Vi aspettiamo il sabato (con scadenza quindicinale) alle ore 16.

 

Ministri Straordinari dell’Eucaristia

 

         Il 24 giugno 1001, nel giorno della Natività di san Giovanni Battista, durante la celebrazione della Santa Messa, fui nominata dal Parroco Padre Cirillo, insieme ad altri fratelli, “Ministro Straordinario dell’Eucaristia”. Nel mese di settembre il parroco stesso mi accompagnò da alcuni malati anziani che già da tempo ricevevano a casa la Santa Comunione. Così ebbe inizio il mio servizio.

 

         A tutt’oggi la mattina del mercoledì è dedicata alla Parrocchia; questo tempo è un dono del Signore: infatti è più grande il bene che ricevo di quello che faccio per gli altri. La giornata inizia con la Santa Messa alle ore 9; ore 10-11: piccole pulizie in parrocchia e 11-12.30 comunione ai malati (il malato riceve Gesù Eucaristia ogni 15 giorni).

 

         La visita inizia rivolgendo un saluto fraterno: “Pace a questa casa e a quanti vi abitano”. Poi si prepara una piccola mensa per deporvi il Sacramento e iniziamo le preghiere seguendo un libretto per la “Comunione agli infermi”. (Margherita - che ha 84 anni, vedova e vive da sola – siccome può leggere, preferisce seguire le preghiere nel foglietto della Messa domenicale. Così ogni volta le lascio anche il notiziario della parrocchia che lei leggerà durante la settimana.

 

         Dopo aver ricevuto Gesù, il malato desidera sempre parlare delle sue preoccupazioni, necessità, oppure mi fa delle domande, vuol sapere della mia famiglia o altri argomenti.

 

         Finito l’incontro avviene una cosa meravigliosa: il malato non è più lo stesso, è sereno e desideroso di un nuovo incontro e anch’io mi sento veramente felice, perché ho ricevuto del bene da loro. Il tempo dedicato ai malati è sempre poco!

Vittoria

 

Coro «delle Dieci»

 

         Questo è il coro: un insieme di ragazzi, un gruppo di amici che canta al Signore.

 

            Non crediamo di fare “grande musica”, ma ci sforziamo al massimo per rendere viva la Messa, divertendoci.

 

            Facciamo le prove in sabato pomeriggio: 15.30 – 16.30 in cappellina; per ora con una tastiera e tante voci.

 

            La domenica mattina animiamo la Messa delle 10.00 con gioia e allegria, trovandoci mezz’ora prima per scaldarci le voci.

 

            Siamo sempre in cerca di nuovi aderenti: sia strumentisti che cantori. Se anche tu hai la musica nel sangue, vieni a cercarci!

 

Coro «delle Undici e trenta»

 

            Siamo un piccolo gruppo che anima la Messa delle 11.30. Cerchiamo persone che ci aiutino a continuare il servizio: strumentisti e cantori, senza limite di età.

 

            Attualmente per scegliere e provare i canti ci ritroviamo la domenica mattina, alle ore 10.30, nei locali parrocchiali.

 

            Vi aspettiamo fiduciosi! Grazie!

 

Gruppo Chierichetti

 

         Il Gruppo Chierichetti è composto da bambini e bambine in totale circa otto con un età compresa fra i nove e gli undici anni.

 

         Il compito dei chierichetti è quello di aiutare il Sacerdote nello svolgimento della S. Messa e aiutare tutti noi che vi partecipiamo a sentirci coinvolti nella celebrazione,  per il coinvolgimento di tutti, occorre però la partecipazione dei vari gruppi: lettori, coro, gruppo liturgico, ecc.

 

         Il Chierichetto per essere il più possibile un valido sostegno sia per il Sacerdote sia per noi ha bisogno di una piccola formazione che deve essere il più possibile valida e costante, valida per poter avere una buona comprensione dei gesti e oggetti utilizzati, costante per non sentirsi da soli ma sapere che siamo parte di un gruppo. Per questo motivo ci ritroviamo ogni sabato, facendo sia delle prove pratiche per imparare come muoversi sull’ altare sia per ricevere delle spiegazioni sul significato di gesti e oggetti utilizzati.

 

         Ogni celebrazione è più bella se ben animata dai vari gruppi e poter essere sostegno per tutti abbiamo bisogno di bambini , ragazzi, giovani, ecc.

 

         Se anche tu hai voglia di stare insieme, di divertirti e di scoprire come è belo dedicare il proprio tempo al servizio di Gesù e degli altri vieni sabato alle 14:30.

 

Ti aspettiamo!!   

 

Comunità Neocatecumenali

 

                    Giovanni Paolo II dice: «Riconosco il Cammino Neocatecumenale come un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e per i tempi odierni».

           

            Il Cammino Neocatecumenale è al servizio dei Vescovi come una modalità di attuazione diocesana dell’iniziazione cristiana e dell’educazione permanente della fede, secondo le indicazioni del Concilio Vaticano II  e del  Magistero della Chiesa.

 

            Il Neocatecumenato è uno strumento per la riscoperta dell’iniziazione cristiana degli adulti battezzati. Tra questi si possono distinguere:

1°. coloro che si sono allontanati dalla Chiesa;

2°. coloro che non sono stati sufficientemente evangelizzati e catechizzati;

3°. coloro che desiderano approfondire e maturare la loro fede;

4°. coloro che provengono da confessioni cristiane non in piena comunione con la Chiesa cattolica.

 

            Il Cammino Neocatecumenale mirerà a promuovere nei suoi destinatari un maturo senso di appartenenza alla parrocchia e a suscitare rapporti di profonda comunione e collaborazione con tutti i fedeli e con le altre componenti della comunità parrocchiale.

 

            All’interno della parrocchia, il Neocatecumenato è vissuto in piccola comunità – denominata comunità neocatecumenale –, dato che la forma completa o comune della iniziazione cristiana degli adulti è quella comunitaria. Nella comunità i neocatecumeni divengono adulti nella fede, crescendo in umiltà, semplicità e lode, sottomessi alla Chiesa.

 

            Le catechesi iniziali e l’itinerario neocatecumenale si basano sui tre elementi fondamentali (“tripode”) della vita cristiana, messi in rilievo dal Concilio Vaticano II: Parola di Dio, Liturgia e Comunità. Al centro di tutto il percorso neocatecumenale vi è una sintesi tra predicazione kerigmatica, cambiamento della vita morale e liturgia.

 

            L’itinerario neocatecumenale è composto da tre fasi:

1ª fase: precatecumenato post-battesimale

2ª fase: catecumenato post-battesimale

3ª fase: riscoperta dell’elezione

 

            Ciascuna comunità neocatecumenale settimanalmente ha una celebrazione della Parola di Dio, di norma con quattro letture.

 

            Il sabato sera viene celebrata l’Eucaristia. L’Eucaristia è essenziale al Neocatecumenato, in quanto catecumenato postbattesi-male, vissuto in piccola comunità. L’Eucaristia infatti completa l’iniziazione cristiana. I neocatecumeni celebrano l’Eucaristia nella piccola comunità per essere iniziati gradualmente alla piena, consapevole e attiva partecipazione ai divini misteri

 

            La comunità neocatecumenale è affidata alla cura pastorale del Parroco e del presbite-ro da lui incaricato

 

            Nella nostra Parrocchia il Cammino Neocatecumenale è presente da trenta anni; attualmente sono presenti 6 comunità con circa 150 fratelli.

            Le principali attività pastorali portate avanti dalle comunità sono: la preparazione dei fidanzati al sacramento del Matrimonio, la preparazione degli adulti al sacramento della Cresima, la catechesi permanente presso il Carcere di Prato (settore massima sicurezza), le catechesi per adulti presso la nostra parrocchia e altre parrocchie della Diocesi.

Da 14 anni una coppia della 1° comunità è in missione familiare presso la diocesi di Strasburgo.

 

Gruppi Dopocresima

 

         Per i ragazzi che hanno già raggiunto la tappa della Cresima, la Parrocchia propone il Gruppo DopoCresima, un itinerario formativo che ha la finalità di proseguire il cammino di catechesi con un itinerario costruito appositamente sulle aspettative e le domande di preadolescenti e adolescenti. Il percorso è articolato in cinque anni e si conclude con la professione di fede dei diciottenni. 

 

         In un clima cordiale e allegro, tra una pizza e una scampagnata, ma anche attraverso esperienze spirituali forti e stimolanti, i ragazzi sviluppano nel tempo un crescente senso di appartenenza al gruppo che li porterà progressivamente a sentirsi parte attiva dell’intera Chiesa di Cristo, di cui sia il gruppo sia la parrocchia sono simbolo ed espressione.

 

         Le attività e gli argomenti proposti consentono ai ragazzi di approfondire gli aspetti socioculturali della realtà in cui viviamo e di conoscere analogie e differenze tra valori umani e cristiani, in modo che la progressiva definizione del loro Progetto di Vita e la relazione con gli altri sia consapevolmente improntata su uno stile di vita cristiano.

 

         All’interno del gruppo i ragazzi possono confrontarsi con i propri coetanei e, con l’aiuto degli animatori, acquisire consapevolezza delle proprie capacità, doti personali  e limiti, nella prospettiva di un impegno concreto al servizio degli altri. Il continuo confronto con gli altri contribuisce anche a conoscere ed accettare le diversità proprie e altrui.

 

Catechesi di Iniziazione

 

          Fare catechismo è compiere un cammino di fede insieme con Gesù, per incontrarlo e conoscerlo. Questo cammino inizia fin dal primo momento della vita, da quando un bambino nasce in una famiglia che lo ama  e lo accoglie.

 

         È la famiglia la prima comunità cristiana, perché lì si fa esperienza d’amore e si conosce la Parola di Dio. La Chiesa è la comunità di persone che si ritrovano a celebrare l’Eucaristia e ad ascoltare la Parola; così essa è chiamata a diffondere il Vangelo.

 

         La parrocchia è il centro vivo della comunità cristiana ed offre – con le risorse che ha – itinerari differenziati di evangelizzazione e di catechesi.

 

         Fare catechismo con i bambini ha fin dall’inizio come obiettivo principale: conoscere Gesù, i suoi gesti, le sue parole e riportare tutto ciò nella vita quotidiana, nella famiglia e nel sociale.

 

         È necessario portare i bambini alla scoperta della Bibbia, non come una vecchia raccolta di narrazioni, lontana dal loro mondo, ma come fonte viva da cui possiamo attingere linfa vitale per accrescere la nostra fede. La fede non è qualcosa che aleggia nel cielo, senza forma né corpo, ma si manifesta nella quotidianità attraverso il volto del compagno che ci vive accanto. La fede conduce anche a renderci disponibili a compiere scelte responsabili, ad agire con impegno.

 

         Il catechista è un compagno di viaggio che, sorretto dalla Parola del Signore, programma un itinerario con obiettivi educativi. Certo, non si limita solo a questo, ma principalmente valorizza il bambino, accogliendolo con serenità a stimandolo, facendolo sentire importante ed unico.

 

         La catechesi è un compito che ci vede tutti impegnati: catechisti, genitori, sacerdoti… insieme per costruire una comunità cristiana che sia casa e scuola di comunione, casa di speranza e proposta di vita per tutti.

 

 

I volontari dell’Hospes

 

         Cosa significa “Hospes”? E’ un nome composto dalle iniziali di alcune parole ... “Oratorio, San Piergiuliano Eymard Sacramentino” Che è il fondatore della congregazione dei sacerdoti che animano la parrocchia di Sant’Agostino. Ma questo nome è anche una parola latina che significa ospite, ospitalità!

 

         Nel nome, quindi, in certo modo anche il progetto ... L’Hospes è uno spazio dove sentirsi accolti, dove ritrovarsi, dove far crescere l’amicizia e la conoscenza, un luogo dove vivere l’Eucaristia che celebriamo la domenica nella concretezza del quotidiano.

 

         Un piccolo bar, ma con grandi pretese ... un bar dove si vive l’accoglienza, l’annuncio, la catechesi, un bar dove l’attenzione educativa ai ragazzi di tutta una comunità parrocchiale trova espressione e concretezza.

 

         Tutto questo è possibile grazie alla disponibilità di diverse persone che a turno, trascorrono un pomeriggio della loro settimana nel ruolo di “Baristi” ma di baristi particolari ...

 

         Persone attente ai giovani che incontrano, nella disponibilità dell’ascolto, del richiamo, della pazienza ... insomma non solo baristi, ma educatori e catechisti, che raggiungono, anche solo con il segno della loro presenza gratuita, anche numerose persone che per un motivo o per l’altro si sono allontanate dalla chiesa.

 

         L’Hospes vuole essere allora, prima che un bar, un luogo, dove amicizia, serenità e gioia, permettono di vivere lo svago nella logica del vangelo.

I volontari dell’Hospes

 

Gruppo Formazione Eucaristica

 

Da diversi anni i Padri Sacramentini svolgono periodicamente le  'Missioni al popolo', in varie parrocchie o diocesi italiane. Per la realizzazione di questo servizio hanno sempre chiesto la collaborazione dei laici. Si è così formata una rete di persone che, vicine alla spiritualità sacramentina, cercano di conoscerla sempre di più, di approfondire il senso del carisma, che anima la Congregazione, di realizzarne il messaggio spirituale.

 

A questo scopo, un Padre sacramentino del gruppo ‘Missioni al popolo’, che ha sede a Cortemaggiore (Pc), una volta al mese, in varie sedi d'Italia, incontra i laici, per una catechesi, per una formazione continua ed uniforme.

 

Questi incontri sono nati per i missionari, ma sono poi stati rivolti a chiunque intenda fare un cammino di fede alla luce della spiritualità eucaristica, nella consapevolezza che la 'missione' va intesa come uno stile di vita, come un modo di essere, non riservato a circostanze o luoghi particolari, ma che si esprime nella quotidianità, a partire dalla famiglia, il luogo di lavoro, le pareti domestiche, la strada, gli ambienti pubblici e le persone con cui siamo continuamente in contatto.

 

A questo proposito è bene ricordare l'impegno, che è stato proposto dal sacerdote-catechista al temine del primo incontro di quest’anno: 1) Accogliere 2) accogliersi a livello di famiglia.

 

Tutti possono quindi partecipare, anche se appartenenti ad altre parrocchie, senza alcun obbligo o impegno di attività successive.

 

Movimento Eucaristico

 

         Che cosa è il Movimento Eucaristico? Il Movimento Eucaristico, conosciuto anche col nome di Guardie d’Onore del SS. Sacramento, nasce da S. Pier Giuliano Eymard come realtà legata alla Congregazione dei Padri Sacramentini da lui fondata.

 

            Guardie d’Onore, Movimento Eucaristico hanno sempre avuto una relazione speciale verso l’Eucaristia e, in modo particolare, per la preghiera di Adorazione davanti all’Eucaristia. Oggi, per i membri del Movimento Eucaristico, questo si esprime in modo particolare nel prendersi l’impegno di fare un’Ora di preghiera davanti all’Eucaristia una volta alla settimana o al mese, secondo le possibilità che gli impegni consentono a ciascuno.

 

            Lo scopo del Movimento è quello di aiutare ad approfondire la conoscenza e l’amore per l’Eucaristia in modo che ciascuno possa diventare capace di aiutare anche gli altri a scoprirla ed amarla. Gli incontri di formazione e preghiera del Movimento sono, quindi, un aiuto ed un sostegno per una più profonda conoscenza dell’Eucaristia per imparare a viverla più profondamente già nella propria famiglia e poi nella propria comunità parrocchiale dove si realizza la vita cristiana concreta ordinaria.

 

            Tutti possono far parte di questo Movimento, giovani e meno giovani. Gli impegni non sono molto gravosi e, naturalmente, si tratta di impegni che si devono assumere seriamente perché non basta essere scritti in un registro, ma di fare delle scelte di vita e di tempi anche se questi non comportano legami o peccati particolari se qualche volta si fosse impediti a rispettarli, ad esempio per motivi di salute o altri motivi.

 

            Concretamente viene chiesto: personalmente un impegno costante di un’ora di adorazione almeno mensile ed un Ritiro mensile, inoltre ogni anno vengono proposti anche gli Esercizi Spirituali.

            Il Ritiro mensile, che quest’anno sarà ordinariamente il primo giovedì del mese (il prossimo giovedì 4 novembre), comprende due momenti: alle ore 15,30 (puntuali) un momento di Preghiera (o S. Messa o Preghiera di Adorazione comunitaria guidata) a cui segue un momento di Catechesi, fino alle ore 17,15 circa.

           

            Momento particolare durante l’anno sono gli Esercizi Spirituali che ogni anno si fanno nella settimana che precede la Domenica di Cristo Re con una S. Messa animata ed un momento di catechesi in orari distinti nei giorni di mercoledì, giovedì e venerdì, e si concludono con la celebrazione della S. Messa la Domenica, celebrazione in cui si accolgono i nuovi membri e si rinnova l’impegno di adesione al Movimento Eucaristico. Quest’anno sarà nei giorni 17 – 18 – 19 e 21 novembre con la presenza, come animatore di p. Francesco Crivellari.

 

            Per l’adesione al Movimento, si chiede di far prima un cammino attraverso la partecipazione agli incontri mensili, che sono sempre aperti a chiunque desidera partecipare.

 

Corso di Cresima per Giovani - Adulti

  

         In parrocchia alcuni giovani-adulti vengono a chiedere di ricevere la Cresima perché devono sposarsi o perché devono fare da padrino/madrina di battesimo o di cresima. Queste richieste che in partenza sono piuttosto deboli, possono essere l’occasione per scoprire che il sacramento della Cresima o Confermazione è necessario per vivere da cristiani adulti e responsabili dentro la Chiesa, per il mondo.

 

         Questi giovani portano in cuore domande come queste: “perché ci siamo?”, “dove andiamo?”, “quale ruolo siamo chiamati a svolgere in questa terra?”, “qual’è il fine ultimo della nostra esistenza?” ecc… Sono domande che esigono una risposta seria e che impegnano tutti a fare il punto della propria situazione di cristiani.

 

         È dunque opportuno iniziare insieme a loro un percorso di seria riflessione, che parta dalla loro vita, dalle loro esperienze per inoltrarsi poi nei meandri delle loro stesse problematiche esistenziali e per analizzare seriamente, alla luce della Parola di Dio, le motivazioni profonde che stanno alla base dei loro comportamenti.

 

         Spesso l’uomo contemporaneo si trincera dietro un cristianesimo di facciata, di comodo, costruendosi le sue norme, le sue leggi, il suo personale vangelo, creandosi ad arte mille alibi che giustifichino tutte le proprie azioni e che mettano a posto la propria coscienza; a volte, si considera il cristianesimo come qualcosa di scontato, di già acquisito per il semplice fatto di essere battezzati, di andare ogni tanto a messa e di fare qualche elemosina; a volte lo si considera come qualcosa di bigotto, da cui stare alla larga, dal momento che alcuni cristiani incoerenti non sanno dare buona testimonianza; altre volte lo si considera come qualcosa di magico, di automatico, una sorta di gettoniera che dispensa automaticamente grazie, favori o tutto ciò che si vuole barattare in cambio di qualcos’altro: una candela per una grazia, un rosario per una promozione, un pellegrinaggio per un miracolo…, e così via; altre volte ancora, si considera il cristianesimo come una religione per gente fallita, paurosa, fatalista, ignorante, per gente che non sapendo scegliere, tra il fare e il non fare, preferisce scegliere il male minore o ciò che offre maggiori garanzie.

 

         Ma è pur vero che chi si è già incamminato per la via della fede, sa che il cristianesimo è gioia di vivere, è consapevolezza di essere figli di Dio, di un Dio che ci ama, che ci ha creati per l’eternità, per la gioia senza fine, che non potrà mai permettere che qualcuno di noi  possa perdersi; di un Dio che ha scommesso sull’uomo, riponendo in lui tutta la sua illimitata fiducia, donandogli la libertà, il bene sommo, in forza della quale l’uomo liberamente potrà corrispondere all’amore del Padre.

 

         È questo il passaggio che cerchiamo di far compiere loro: da una fede di facciata confermare una fede che si fa scelta di vita. È questo l’obiettivo finale dell’itinerario formativo che in parrocchia proponiamo ai cresimandi.

 

Corso per Fidanzati In preparazione al Matrimonio

 

         In Italia, stando ai dati dell’Istat (1997) la domanda di separazioni (60.281) ha superato il totale dei matrimoni civili (56.846) e 22 matrimoni su cento finiscono in separazione. Praticamente un matrimonio su cinque va in crisi.

 

         Di fronte a questi dati, non certo incoraggianti, che fare? È urgente insegnare alle giovani generazioni «l’arte di amare» non tanto con lezioni teoriche, ma attraverso l’esperienza dell’autonomia e del calore, del dare e del ricevere da parte dei coniugi e trasmessa ai figli. È questo il motivo dei Corsi per fidanzati.

 

         Sempre maggiormente si impone l’urgenza di attuare una coinvolgente preparazione al matrimonio attraverso itinerari educativi che tengano conto dell’unità interiore della persona e dei differenti livelli di crescita spirituale, umana e cristiana dei fidanzati.

 

         Occorre proporre loro esperienze significative di vita coniugale che prendano sul serio l’avventura matrimoniale e riescano a creare una famiglia sana, fondata sulla fede in Cristo che salva, e aperta al mondo.

 

         Così si cerca far sì che i fidanzati si sentano protagonisti del loro cammino di preparazione al matrimonio, rivalutando il loro itinerario di fede, accogliendo la vita di coppia come una vocazione ad un cammino di adesione a Cristo, sposo della Chiesa.

 

         Per questo, un servizio essenziale è quello delle coppie animatrici: non di rado i fidanzati riscoprono se stessi attraverso le coppie animatrici e le vedono come un futuro modello di vita al quale ispirarsi e con il quale confrontarsi nel prosieguo del loro cammino. E questo è molto bello! La coppia in tal modo riscopre la sua identità e missione che non è tanto salvare se stessa, quanto di evangelizzare

 

COMIS Gruppo Missionario

  

         Presentiamo il Gruppo Missionario di S.Agostino, denominato Cooperazione Misionaria Padri Sacramentini con la sigla: “CoMiS”, fondato da un ristretto gruppo di laici. Questo gruppo nel tempo si è evoluto in partecipazione, promozione umana e disponibilità personale, lavorando di concerto con i padri Sacramentini, per l’aiuto materiale e spirituale alle loro Missioni in Africa.

 

         Il Comis, sostenuto e guidato dai Padri Sacramentini, ha periodici incontri , veglie, discussioni… volti alla migliore comprensione della realtà Africana, per poter poi divulgare e coinvolgere maggiormente il popolo di Dio, sensibilizzandolo sulle enormi necessità materiali e morali di queste popolazioni a cui manca proprio tutto e dove abbonda solo la fame e l’Aids.

 

         I mezzi di raccolta fondi maggiormente utilizzati, oltre alle libere offerte, sono i “mercatini” che periodicamente si fanno nel corso dell’anno e quello natalizio Il loro ricavato ci permette, tramite la vendita di oggetti di artigianato africano, dei paesi sottosviluppati e di prodotti del “mercato equo e solidale”, di raggranellare disponibilità di denaro che viene direttamente e personalmente inviato a destinazione tramite i singoli missionari, i quali lo utilizzano per le più urgenti necessità delle Missioni loro affidate.

 

         Gli utilizzi maggiori sono per lenire le sofferenze materiali, quindi cibo e medicinali, oltre che per fornire strutture per l’apprendimento scolastico e di mestieri che permettano il riscatto  di quelle persone dalla schiavitù dell’ignoranza e dell’estrema povertà. Naturalmente, i nostri missionari svolgono in primis la missione religiosa propria della loro vocazione, con i rischi personali che purtroppo tutti ben conosciamo tramite la cronaca nera divulgata dai mass-media, rischi causati dalle turbolenze tribali di quelle regioni di missione.

 

         Ci preme informarvi che i Padri Sacramentini stanno iniziando una nuova missione a Bertoua in Camerun. Qui i missionari dovranno iniziare da zero, un situazioni in cui il missionario deve assumere tutte le funzioni richieste: maestro di scuola, muratore, medico e quant’altro… oltre che sacerdote.

 

         L’unico aiuto su cui il missionario può contare sono le preghiere che lo sostengono moralmente, e l’aiuto finanziario che gli possa permettere di affrontare le più urgenti necessità material; e per entrambi occorre l’aiuto di tutti.

 

         Il Comis in tanti anni di lavoro ha la soddisfazione di poter documentare, senza ombra di dubbio, l’effettivo arrivo a destinazione di tutti i fondi e i materiali così come sono stati da noi personalmente consegnati nelle mani dei missionari  e da loro stessi portati a destinazione.

 

Caritas

 

 Nella nostra parrocchia la Caritas è presente da circa 20 anni. Durante tutto questo periodo ci siamo occupati dei nostri poveri assistendoli per ciò che riguarda l’approvvigionamento alimentare, il pagamento di utenze (telefono, gas, luce, acqua…) e provvedendo alle spese mediche e farmaceutiche.

 

In linea di massima, ogni anno la programmazione prevede:

Avvento: diffusione dell’intenzione dell’Avvento di Fraternità secondo le disposizioni della Caritas Italiana;

Immacolata: vendita delle stelle di Natale;

Mese della pace: diffusione del tema e del materiale riguardante;

Quaresima: diffusione delle intenzioni di quaresima (come per l’Avvento) secondo le disposizioni della Caritas Italiana;

Domenica che precede le Palme: vendita azalee;

La prima domenica di ogni mese: vengono raccolti i viveri offerti dai nostri parrocchiani.

Diamo comunicazione alla parrocchia su quanto è stato destinato ai nostri utenti in viveri e vestiario (mensilmente sul foglio informativo parrocchiale) e in denaro (nel bilancio).

 

         È attivo e operante il Centro di Ascolto Caritas il quale è innanzitutto “promozione” e non assistenza continuativa: ci preoccupiamo che i nostri utenti familiarizzino con le strutture sociali competenti per la risoluzione dei loro problemi a volte accompagnandoli e, comunque, seguendoli da vicino. Per aiutare chi si trova nel bisogno a recuperare la propria dignità, gli operatori del centro di ascolto devono conoscere i servizi che offre il territorio, interagiscono con le parrocchie e con la Caritas Diocesana e coinvolgono la parrocchia nella soluzione dei casi più urgenti attraverso una stretta collaborazione tra gruppi e singoli.

 

         Ci sentiamo di ricordare che la Caritas è di tutti, che a volte i poveri (che non solo e non sempre sono poveri di soldi…) ci danno fastidio perché sono una presenza ingombrante, rumorosa, ma che noi abbiamo una responsabilità nei loro confronti: non siamo solo uomini, ma siamo uomini credenti che nutrono, come Gesù, un amore preferenziale verso il povero, l’emarginato, che devono essere capaci di ‘contagiare’ nella fede. La caritas ha il compito di risvegliare l’interesse e l’amore per i poveri, perché se essi non sono al primo posto la parrocchia non funziona. Ogni uomo è responsabile di suo fratello (nel libro della Genesi, Dio chiede a Caino: «Dov’è Abele, tuo fratello?» E caino: «Sono forse io il guardiano di mio fratello?». Certamente Dio non ha bisogno che Caino risponda, ma dà a Caino la possibilità di accogliere la propria identità di uomo fatto per la solidarietà. Caino non si sente responsabile di suo fratello, come invece dovrebbe essere. Ciò nonostante, Dio protegge anche Caino: Dio è difensore anche del peccatore). Dio si rivela perché noi scopriamo che dovremmo essere misericordiosi e responsabili dei nostri fratelli. Riconoscendo i nostri errori, dovremmo “porre un segno” sugli altri perché non li uccida la fame, la guerra, la solitudine, l’emarginazione…

 

         Come Gruppo Caritas, vogliamo informarvi che abbiamo delle urgenze circa il problema casa e il problema lavoro. Desidereremmo che tutti i gruppi della parrocchia si occupassero e preoccupassero di sostenerci. Chiunque di voi abbia delle conoscenze che possono agevolarci nella ricerca di posti di lavoro: prenda contatti con il nostro gruppo, perché spesso è la mancanza di un posto di lavoro che spinge tanti a rivolgersi a noi e noi siamo costretti a mandarli a casa con una bella busta di viveri e tanta pena nel cuore perché non siamo in grado di soddisfare la loro necessità primaria.

 

San Vincenzo de’ Paoli

 

         Nell’anno 1929, un gruppo di giovani di Azione Cattolica fondò in S. Agostino la Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli.

 

         Attualmente i confratelli e le consorelle sono sette, assistiti da P. Mansueto Zanchi.

 

         Il nostro obiettivo è di dare al prossimo un aiuto concreto, con amore e giustizia sociale.

 

         Le nostre riunioni sono mensili e precisamente ogni primo martedì del mese, alle ore 21.00, nei locali parrocchiali. Riferiamo e discutiamo sulle famiglie visitate o assistite, prendendo iniziative in base alle nostre possibilità di cassa.

 

         Recitiamo una preghiera all’inizio e alla fine dell’adunanza, durante la quale facciamo una questua segreta. Questa raccolta, insieme a quello che offrono tanti benefattori, rappresenta il contributo finanziario che ciascuno di noi, in rapporto alle proprie disponibilità, può dare.

 

         Facciamo appello a tutte le persone di buona volontà che vogliono venire con noi: li invitiamo ad incontrarci, anche se solo per rendervi conto di chi siamo e cosa facciamo.

 

         Grazie!

 

Preparazione dei Battesimi

 

         Per molte famiglie il momento del Battesimo di un figlio costituisce un’occasione speciale di grazia. Il Battesimo di un figlio è, prima di tutto, un lieto annuncio per i genitori, che precede e va oltre la richiesta di un gesto religioso.

 

            Il Battesimo è un avvenimento che non coinvolge i genitori soltanto in modo giuridico, perché tale scelta dipende da loro, ma perché è un gesto che li interpella di fronte a Dio che si manifesta ai loro occhi nel volto di quel bambino. Per questo motivo il Battesimo è un vangelo, una Buona Notizia per tutta la famiglia. Si tratta di recuperare il Battesimo come ‘segno’ dell’amore di Dio per la loro famiglia.

 

         Il tramite di questa opportunità di incontro sono le coppie di catechisti che preparano con la famiglia la celebrazione del Battesimo del figlio. L’accoglienza del bambino dentro la Chiesa è insieme l’accoglienza della famiglia dentro la nostra comunità ecclesiale. È l’occasione perché anche i genitori si riscoprano ‘battezzati’, cioè ‘immersi’ dentro l’amore di Dio e dei fratelli.

 

         Per questo motivo noi puntiamo sempre di più ad accompagnare queste famiglie anche dopo la celebrazione del Battesimo, con visite di amicizia, con la condivisione di momenti di festa, con l’invito a momenti di vita in parrocchia…

 

         Così, la ‘pastorale delle occasioni’ ci permette, con semplicità, di suscitare interesse e ricerca di fede.

 

Giovani Famiglie

 

         Il gruppo delle giovani famiglie si ritrova in parrocchia, una volta al mese, la domenica pomeriggio – genitori e figli – per un tempo di festa e di dialogo insieme.

 

         Troppo spesso le giovani famiglie, a motivo del lavoro, degli impegni nell’accudire la casa, del tempo dedicato ai figli… tendono a ridurre i contatti non solo con gli amici, ma anche con la comunità cristiana e con la vita di fede. Così, la stanchezza, l’isolamento e la mancanza di motivazioni spirituali, una malattia… arrischiano di rendere irreparabile una crisi che avrebbe potuto essere salutare per la coppia. Noi speriamo che il sostegno di amicizia, di confronto e di fede che può offrire il gruppo famiglie possa non solo prevenire tali problemi, ma anche dare occasioni di maturazione per fare della famiglia una ‘chiesa domestica’.

 

         D’altro canto, ogni famiglia cristiana dice già l’amore di Dio per l’umanità e l’amore di Cristo per la Chiesa.

 

         Quanto più il nostro gruppo delle giovani famiglie diviene un luogo di incontro e di amicizia, di condivisione della fede e di consiglio fraterno… tanto più crescerà il Vangelo dell’Amore e la cultura della Vita.

 

Gruppo delle Mamme

 

          Più persone ricordano con nostalgia la Messa delle Mamme che si celebrava alcuni anni fa il giovedì alle ore 9.00

 

         Provocati dall’invito di queste persone a riprendere l’iniziativa, la riproponiamo a tutte le mamme.

 

         Ci ritroviamo una volta al mese, di mercoledì alle ore 9.00 per celebrare insieme l’Eucaristia e per fermarci poi per una breve catechesi e un dialogo insieme su alcune figure di donne nei vangeli (per finire il tutto alle 10,30).

 

         L’esperienza passata ci insegna che molti genitori hanno ritrovato con gioia la loro piena partecipazione alla vita della parrocchia proprio attraverso questa semplice occasione.

 

Settimane Parrocchiali

 

         La nostra parrocchia, lungo l’anno, ha quattro settimane di formazione unitaria. Se è bene che i membri di ogni gruppo abbiano con regolarità i propri incontri formativi, è però altrettanto necessario che tutti insieme ci ritroviamo per dei momenti formativi unitari.

 

         Durante queste quattro settimane, scandite lungo l’intero arco dell’anno, ogni gruppo sospende i  propri incontri di settore per aprirsi all’intera parrocchia in un cammino unitario.

 

         Le quattro settimane sono caratterizzate da quattro dimensioni specifiche della pastorale:

 

         La settimana biblica, all’inizio dell’Avvento, per imparare ad ascoltare, gustare, meditare e pregare insieme la Parola di Dio. Stiamo considerando di anno in anno quell’evangelista del quale dono i vangeli della domenica.

 

         La settimana liturgica, in Quaresima, per dare risalto a quel grande itinerario spirituale e pastorale, a quella scuola di vita e di formazione permanente che sono la Celebrazione Eucaristica, il Giorno del Signore e l’Anno Liturgico.

 

         La settimana eucaristica, nella terza settimana di Pasqua, per riscoprire la nostra unità attorno al Risorto. È una sosta ispirativa e propulsiva, un tempo di spiritualità per tutti, un’occasione di catechesi per assimilare e tradurre nel quotidiano ciò che celebriamo, un rendimento di grazie di tutta la parrocchia che si riconosce nell’unità delle molte membra dell’unico Corpo di Cristo.

 

         La settimana di S.Agostino, all’inizio dell’anno pastorale, per rinsaldare i legami di fede, d’amicizia e di collaborazione fra tutti e per programmare insieme l’anno pastorale.

 

Terza Età

 

         Siamo Grazia, Nara, Carla, Rita, Elena, le animatrici del gruppo della “Terza Età” della Parrocchia di S.Agostino.

 

         Chi non ci conosce sicuramente penserà che questo gruppo e’ per vecchietti depressi e acciaccati. In realtà, durante questi anni di attività, abbiamo imparato che la gioia di vivere, di ritrovarsi e di stare insieme e’ la stessa di chi e’ più giovane….forse di più.

 

         Ci incontriamo: tutti i martedì

 

         Orario:    Invernale 15,30/18

                        Estivo     16/18,30

 

         Attività: all’inizio dell’anno, dopo la pausa estiva, facciamo un programma e, tenendo conto delle  proposte della Parrocchia (settimana Biblica, Eucaristica ecc.) e della Liturgia (Natale,Pasqua ecc.) prevediamo  degli  spazi ricreativi, uscite di mezza giornata o gite di un giorno.

Tutti i mesi festeggiamo chi ha compiuto gli anni con un piccolo regalo, giocando a tombola e …..dolce.

Ogni incontro e’ preceduto da una breve preghiera o lettura di un brano del Vangelo, segue l’attività prevista del giorno  e, alla fine si fa merenda.

Quando e’ possibile chiamiamo degli “esperti” di varie materie che ci possono offrire un aiuto ai piccoli problemi di tutti i giorni e quest’anno abbiamo intenzione di fare anche un po’ di attività motoria.

 

         Chi vuole venire con noi e’ sempre bene accolto e troverà sempre un sorriso.

 

Centri di Ascolto in Famiglia

  

            Quest’anno, nei tempi-forti dell’Avvento e della Quaresima, riprendiamo l’esperienza dei Centri di Ascolto nelle famiglie.

 

            Noi proponiamo i Centri di Ascolto in famiglia perché vorremmo recuperare quel clima di vicinato, di stima, di dialogo, di condivisione nella fede, di carità concreta che lì si vive per portarlo poi anche alla vita in parrocchia e, in particolare, alla Messa domenicale. Come potremo sentirci in Chiesa la “famiglia di Dio” se non abbiamo fatto questo itinerario di preparazione?

 

            Gesù nel Vangelo, più volte, annuncia la Parola in una casa: è quella di Pietro a Cafarnao, o quella di Marta e Maria a Betania... È testimonianza della Chiesa primitiva che i cristiani non vivevano nell'anonimato, estranei gli uni agli altri, ma si riunivano nella casa di un fratello per celebrare l'Eucaristia e per l'ascolto della Parola. Anche Paolo ci racconta che i primi credenti si radunavano in casa per ascoltare la Parola (“Salutatemi Prisca e Aquila e la comunità che si riunisce nella loro casa”; “Salutate i fratelli di Laodicea e Ninfa con la comunità che si raduna nella sua casa”).

 

            Il Centro di ascolto intende valorizzare l'ambiente accogliente di una casa messa a disposizione di altri fratelli e sorelle non solo (come a volte si usa) per incontri amicali o per feste, ma anche e soprattutto per ascoltare la Parola di Dio che sta al centro dell'incontro.

 

            Il fatto di trovarsi in una casa tra le case esprime anche la comunione e fraternità che si intende far crescere attorno alla Parola e, a partire da essa, tra quanti abitano insieme nello stesso luogo.

 

            Il Centro di ascolto vuole pertanto aiutare le persone a parlarsi e a ricostruire, sulla base della comune adesione alla Parola di Dio, un tessuto relazionale e interfamiliare che ha conseguenze poi feconde sul piano del vissuto comunitario (ecclesiale) in quel luogo e in quelle situazioni concrete in cui di fatto la famiglia e le persone sperimentano ogni giorno la fatica del convivere e del condividere.

 

            Come si svolge? Ad orario stabilito ci si incontra presso una famiglia. La parrocchia informerà per tempo sui luoghi d’incontro, sul giorno e sull’ora… ma sarà molto importante anche il passa-parola e l’invito diretto. I primi minuti sono dedicati all’accoglienza reciproca. Si farà quindi una breve preghiera e la lettura del brano di Vangelo prescelto. L’animatore introdurrà il dialogo con alcune brevi sottolineature sulla Parola ascoltata. Poi i presenti espongono il loro pensiero, le loro sottolineature, le loro difficoltà. Non si tratta di discutere insieme sul testo; si tratta piuttosto di comunicare qualcosa di profondo, che abbiamo percepito ponendo questo brano biblico in rapporto con la nostra vita personale e familiare. Concluderemo con una preghiera finale recitata insieme. Il tutto si manterrà nell’arco di un’ora o poco più.

 

            Non si tratta soltanto di un metodo per favorire un annuncio capillare e un dialogo, ma è una scelta pastorale che tende alla costituzione di centri di ascolto permanenti, per favorire più efficacemente l’unità dell’unica famiglia parrocchiale. L’auspicio è che questi centri promuovano esperienze di dialogo, di comunicazione, di accettazione, di servizio, per vivere insieme la propria fede e formarsi ad una reale partecipazione alla vita ecclesiale.